PREFAZIONE

NODI DI VITE, Raccolta di poesie, 1981

Massarosa è paese antico, appena sopra il lago di Massaciuccoli, caro a Puccini, all’inizio della via vecchia di Lucca e all’inizio di quella del Quiesa.
Passarono da Massarosa anche Annibale e i Cartaginesi, con le guide liguri, quando per paludes piombarono al Trasimeno a far strage delle milizie romane.
E a Massarosa – conscia di risaie e falaschi lungo il lago, di oliveti in collina e piane d’erba – vive e lavora Alberta Rossana Bianchi.
La sua poesia non è sorpresa. I suoi versi si erano letti spesso anche su riviste e in antologie.
Ma, in questi “Nodi di vite”, è l’annata eccellente, la vendemmia più felice, il nettare migliore della vigna.

"Risaie all'alba", opera di Virginio Bianchi
... conscia di risaie e falaschi lungo il lago ...
"Risaie all'alba", opera di Virginio Bianchi

Figlia di Virginio Bianchi - pittore post-macchiaiolo di squisito talento e di maestria – non manca certo di colori e di vigore descrittivo. Ma è soprattutto attenta alle ansie, ai tormenti, alle inquietudini e alle speranze del nostro tempo.
Cerca di rispondere ai perché più assillanti, ai dubbi, alle angosce, che macerano sentimenti e valori, che disintegrano il nostro benessere materiale e rendono incerta e scabra la vita.
Poesia ottima: tesa e suadente. Si distacca dal coro rauco della poesia contemporanea, che sta invischiata tra farneticazioni sperimentali, divulgazioni ideologiche a senso unico e affollate sagre rionali di vecchiumi e ciarpami.
La Bianchi è riuscita a cogliere il senno di molteplici esperienze, di assimilate letture, di riflessioni e di contrasti.
E ci ha dato una poesia misurata, matura, godibile.
Dice Russel: “Ancor oggi onoriamo l’artista, ma lo isoliamo; pensiamo all’arte come a qualcosa di separato, non a una parte integrante della vita della comunità.”
Eppure la conoscenza diviene scienza, soltanto attraverso il lavoro di mosaico della coscienza.

La raccolta di poesie NODI DI VITE
La raccolta di poesie
NODI DI VITE

La poesia è tangente all’infinito col vero: orizzonte – immaginario ma certo – di ciò che si vede e che esiste.
Ed è fatto memorabile, modo di conoscere e di capire la vita, vivendola e lasciandola vivere.
Il resto è autopsia.
Rossana Bianchi accetta il teorema esistenziale, che ha per incognita stupenda il senso teologico e, per costanti, l’amore e il divenire.
Equazione differenziale, espressione di iperboli, algebricamente e geometricamente rappresentabili.
E si è ribellata all’isolamento. Ha stretto anzi i contatti col mondo.
Le sue riflessioni, i suoi dubbi, le sue amarezze, risultano allo scandaglio sui fondali dell’uomo.
Scenari, concerti panici – in cui esercita la magia poetica – sono quelli della sua terra, dove secoli e attimi si colorano di rosa, per incanto d’albe e tramonti fra colline, lago e mare, rigo blu all’orizzonte.
Di più che dire? Nel nostro tempo , abbiamo paura dei sentimenti e della poesia come dell’alta tensione.
E, troppo spesso, usiamo il nastro isolante dei livellamenti critici e i trasformatori dei mille premi di consolazione.
La poesia si fa rara e preziosa.
È quasi l’ “erba voglio” delle favole antiche, ma nasce ancora e sempre, solitaria e selvaggia, non nel “giardino del re” ma nell’impervia avventura di chi ama e ricerca.
E, quando c’è, si sente.

Raffaello Bertoli